Uno dei problemi per lo sviluppo di iniziative efficaci in difesa del paesaggio è legato ad un ancora insufficiente chiarimento del suo contributo allo sviluppo economico. A fronte di indagini che hanno indicato la prevalenza dei valori paesaggistici nel valore di mercato di alcuni prodotti tipici, non è ancora stato messo in chiaro il suo ruolo nel settore dei servizi e l’indotto da esso generato. La mancata presa di coscienza delle opportunità offerte per lo sviluppo delle aree rurali, pone dei dubbi su scenari quali la competizione internazionale per molti prodotti tipici fondamentali se non si potrà trarre vantaggio dal potenziale offerto dal valore aggiunto “paesaggio”, vero elemento competitivo non riproducibile del sistema italiano.
La progettazione di nuovi paesaggi, cioè la creazione di indirizzi progettuali rivolti a consentire la produzione, ma tenendo presente la qualità del paesaggio ed il rispetto delle sue caratteristiche legate alla storia ed al territorio, permette di valorizzare l’azienda agricola ed i suoi prodotti. Questo implica non solo una accurata progettazione dei fabbricati e dei resedi, ma anche la disposizione delle diverse colture agricole nel territorio, l’architettura degli impianti e le tecniche di allevamento delle specie coltivate. Tutto ciò con il duplice obiettivo di creare un luogo di produzione che sia anche attrattivo dal punto di vista estetico e che soprattutto rispetti la storia e le tradizioni del territorio, valorizzando e mantenendo un paesaggio che non sia riproducibile in ogni luogo.
Il Castello di Verrazzano, nel Chianti, rappresenta un’azienda che accanto alla produzioni vitivinicola ed olivicola, affianca un’importante attività agrituristica. Tutto questo, oltre alla necessità di rinnovare i vigneti offre le condizioni per proporre una nuova architettura degli impianti con l’obiettivo di rendere fruibile al pubblico una porzione maggiore del paesaggio dell’azienda, aumentandone il pregio estetico nel rispetto delle esigenze produttive. La zona negli ultimi cinquant’anni è stata oggetto di profonde trasformazioni che hanno notevolmente alterato il mosaico paesaggistico tradizionale. Il progetto non si è posto il problema di una esclusiva ricostruzione storica, ma ha invece scelto di produrre un nuovo paesaggio che è in parte il prodotto di una rielaborazione di valori sedimentati nel passato. Questo si esprime non solo nella reinterpretazione del terrazzamento, ma anche nella scelta di materiali e tecniche in linea con la qualità del paesaggio chiantigiano. Il vigneto e l’oliveto oggetto dell’intervento rappresentano la “porta d’ingresso” all’azienda perché tale accesso offre al visitatore la veduta principale dal punto di vista scenico.
Il progetto si è posto quindi l’obiettivo di dare al vigneto una diversa architettura, optando per la progettazione di terrazzamenti a scogliera, con un’altezza di 2,00 m, disposti lungo le curve di livello ad una distanza di circa 16 m l’uno dall’altro, in modo da tener presente le esigenze dell’azienda permettendo l’uso dei mezzi meccanici. Grazie alla particolare morfologia concava del versante del Castello di Verrazzano i terrazzamenti, oltre a contenere l’erosione, creano un effetto visivo ad anfiteatro che permette di apprezzare a pieno il vigneto e l’oliveto che si fanno espressione della bellezza del paesaggio collinare del Chianti. Inoltre i terrazzamenti, che vanno dal crinale a valle, proseguono anche intorno al castello in modo da valorizzarlo ristabilendo la gerarchia visiva.
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Visuale del vigneto attuale
Visuale del progetto