Il bosco di Sant’Antonio a Pescocostanzo (AQ), uno dei più importanti pascoli alberati, che in Abruzzo vanno sotto il nome di Difesa, è noto per la presenza di individui monumentali di faggio, aceri, peri, caratterizzati in gran parte da forme dovute alla pratica della capitozzatura, tipo di potatura, finalizzata alla produzione di frasca, alla raccolta di legna e al contenimento della chioma. Il venir meno dell’uso tradizionale del pascolo alberato, e la sospensione della gestione della capitozzatura, stanno provocando la lenta ma inesorabile alterazione della struttura arborea: piante sempre più alte e con chioma sempre più ampia, chiusura delle radure, progressiva riduzione e in alcune zone scomparsa del cotico erbaceo. Altre insidie sono legate al grande numero di frequentatori e turisti nel periodo primavera-estate. Essendo il bosco compreso all’interno di un parco nazionale e classificato in gran parte come riserva integrale, da un lato ostacola gli interventi necessari a recuperare la funzionalità e con essa il paesaggio tradizionale del pascolo alberato, e dall’altro non è sufficiente a tutelare dai danni dovuti all’eccessiva frequentazione. La politica agricola comunitaria è sempre più attenta alla valorizzazione dei paesaggi agricoli tradizionali che riconosce come scenario in grado di fornire un valore aggiunto ai prodotti della terra che sfugge alle produzioni di massa. Nell’ampia area nell’ambiente collinare e montano che vede sovrapporsi e integrarsi bosco e pascolo, sono presenti i pascoli alberati, formazioni arboree particolari, finora poco studiate, caratterizzate da tipologie di alto valore paesistico e culturale. La possibilità di conservare i pascoli alberati è strettamente collegata alle pratiche gestionali, che nel tempo han dato loro forma e che da alcuni decenni si sono interrotte a seguito del ridursi dell’attività di allevamento.
La ricerca si è basata su un’analisi dell’evoluzione del bosco da quando furono prese le prime misure di salvaguardia (1953). Analisi, preliminare alla definizione di linee guida per un piano di gestione mirato alla riqualificazione del pascolo alberato e in particolare delle capitozze, e che si basa sul raffronto cronologico tramite fotografie aeree dell’espansione del bosco (1954-2010), della chiusura delle aree aperte, e su rilievi a terra con i quali si è registrata l’evoluzione dimensionale di singoli alberi dal 1987 ad oggi.
Scarica qui la scheda del Catalogo Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Bosco di Sant’Antonio.