Il progetto di restauro paesaggistico ed ambientale del bosco di San Francesco, ad Assisi, progettato dal FAI e dal CultLab, si pone come uno dei primi esempi di recupero del paesaggio storico agro-silvo-pastorale italiano. Il bosco di San Francesco è un’area prevalentemente boscata in cui sono storicamente presenti le influenze di due importanti ordini religiosi: i Francescani ed i Benedettini. Attualmente il complesso forestale di San Francesco si estende su di una superficie di circa 70 ettari compresi nell’ultimo tratto della valle del fiume Tescio, su ripidi versanti situati sotto la Basilica di San Francesco e la Rocca Maggiore. La quota varia tra i 250 metri s.l.m. del fiume Tescio ed i 470 metri del versante occidentale di Col Caprile, al confine orientale di proprietà. Il primo tratto di bosco, delimitato da un alto muro di cinta, è di proprietà del Sacro Convento ed è denominato la “Selva di San Francesco”. Il secondo tratto è di proprietà del FAI (Fondo Ambiente Italiano) ed è caratterizzato da soprassuoli forestali riconducibili a cedui invecchiati di carpino nero nella parte centrale della pendice e a cedui adulti-maturi di roverella con orniello e carpino nero lungo la pendice orientale.
Al fine di redigere un piano degli interventi di recupero paesaggistico è stato elaborato un quadro conoscitivo applicando la metodologia VASA (Approccio di Valutazione Storico Ambientale), che permette il confronto tra uno stesso paesaggio in epoche diverse, al fine di osservare le trasformazioni che hanno interessato una determinata area e di comprendere le caratteristiche identitarie del paesaggio tradizionale. Nel caso del Bosco di San Francesco, la metodologia VASA è stata applicata inizialmente su un’area di 304 ettari che include i 68 ettari proprietà del FAI e oggetto dell’intervento di restauro ambientale-paesaggistico. Grazie all’analisi multitemporale di una buffer zone intorno all’area di studio, è possibile avere una migliore visione delle trasformazioni che hanno coinvolto l’area di studio in relazione a quelle che, invece, hanno interessato il territorio circostante. L’analisi ha preso in considerazione tre date: il 1955 il 1988 e il 2010. In considerazione dei dati provenienti dal quadro conoscitivo sono state individuate delle unità fisionomico-paesaggistiche, su base storico-ambientale. Queste rappresentano le unità elementari in cui è stato suddiviso il paesaggio dell’area oggetto di studio, tenendo conto della morfologia del territorio, le caratteristiche vegetazionali e le dinamiche storiche. Per ogni unità fisionomico-paesaggistica, previa analisi della singola unità e di tutto il complesso del bosco di San Francesco, è stato individuato un indirizzo di gestione che tiene conto dell’utilizzo pregresso, della situazione attuale, della vocazione gestionale, della tutela del paesaggio storico e del rischio incendi. In particolare tra gli obiettivi colturali individuati si annoverano il recupero del pascolo arborato, del bosco da pascolo e delle colture promiscue, elementi caratteristici del paesaggio rurale storico locale.