La tempesta di vento di questi giorni ha colpito molti luoghi del litorale toscano. Molti Danni hanno riguardato cipressi e pini domestici, si tratta dei pini ad ombrello con la chioma piatta posta in alto, molto belli esteticamente
La tempesta di vento di questi giorni ha colpito molti luoghi del litorale toscano. Molti Danni hanno riguardato cipressi e pini domestici, si tratta dei pini ad ombrello con la chioma piatta posta in alto, molto belli esteticamente, specialmente i grandi esemplari monumentali. I pini domestici sono stati piantati soprattutto nell’ottocento lungo tutta la costa Toscana, per proteggere le colture agricole dai venti marini e produrre i pinoli. I pini marittimi sono meno interessanti esteticamente crescono spontanei soprattutto dopo il fuoco e su terreni coltivati abbandonati. Pino domestico e cipressi sono piantati dall’uomo, le pinete di pino domestico non sono naturali e nemmeno i filari di cipresso. I grandi esemplari cadono perché ambedue le specie hanno le radici superficiali, quindi quando invecchiano e diventano alti e belli, pesano tanto e offrono molta più resistenza al vento. Per questo motivo, molte amministrazioni pubbliche, come quella di Firenze, pensano di cambiare le specie mettendo alberi più giovani e più resistenti. Vedremo quali. C’è però un altro motivo per cui le belle pinete della costa sono esposte ai danni e ad abbattimenti. Non si sono mai realizzati piani di gestione rivolti a sostituire gradualmente i pini più anziani e quindi questi sono destinati a morire più o meno tutti nello stesso periodo, dato che dopo 200 anni è un fenomeno naturale. Non lo si è fatto non solo per i costi, ma perché spesso si è preferito lasciare i boschi all’ evoluzione naturale, pertanto altre specie prenderanno il sopravvento e non avremo più queste pinete. Una curiosità, conoscete il famoso viale di cipressi che “ a Bolgheri alti e schietti va da San Guido in duplice filar…” resi famosi dalla poesia di Giosuè Carducci? Inizialmente il viale era fatto di pioppi, ma i bufali che pascolavano liberi nella pianura ( altro che 1250 ettari di vigneti) li divoravano tutti. Si scelse quindi di fare il viale con i cipressi. Ma prima della morte del poeta, questi arrivavano solo a metà del viale, l’altra metà fu piantata in onore del poeta dopo la sua morte, sostituendo olivi centenari, oltre a cambiare il nome di Castagneto ( riferito a castagni che non c‘erano più perché ormai sostituiti dagli olivi) in Castagneto Carducci. Potenza della poesia!
M. Agnoletti, Castagneto negli ultimi due secoli. ETS, Pisa, 2009.