Anche la FAO ha sviluppato dal 2002 un progetto mondiale per la protezione dei paesaggi rurali tradizionali. Si tratta di aree, che conservano pratiche e sistemi agricoli in grado di assicurare la produzione di cibo, mantenere la biodiversità e contribuire alla qualità della vita della popolazione. Al momento queste aree sono distribuite soprattutto in Asia ed in Sud America, ma sono in corso di realizzazione accordi fra l’Italia , in particolare il ministero dell’agricoltura e la FAO, per estendere il progetto all’Europa, soprattutto in relazione al registro dei paesaggi rurali storici in corso di realizzazione. Rispetto ai paesaggi culturali dell’UNESCO, che pongono maggiore attenzione agli aspetti culturali ed estetici, la FAO si interessa soprattutto alle popolazioni locali e alle loro pratiche agricole, forestali e pastorali. L’obiettivo è di salvaguardare modelli agrosilvopastorali che contrastino le tendenze in atto che favoriscono l’industrializzazione dell’agricoltura, o l’abbandono, mantenendo un equilibrio fra sistemi produttivi e biodiversità. Oltre alla sfida climatica, dobbiamo infatti fronteggiare la sfida alimentare, che secondo la FAO richiede di produrre circa il 70% in più di cibo nei prossimi 50 anni per sfamare una popolazione mondiale in crescita vertiginosa. In questo senso, è utile ricordare che l’Italia e l’Europa, sono largamente insostenibili, dato che a fronte del tasso di abbandono di terreni agricoli (800.000 ha/anno è la stima del ritorno della vegetazione invadente sui terreni agricoli abbandonati nel continente europeo) siamo costretti ad importare derrate alimentari da altri continenti (l’Italia più del 50% dei cereali). L’impronta ecologica dell’Europa, pari a 4.8 ha procapite a fronte di una biocapacità di soli 2,2 ha, include infatti anche il consumo di terra di altri paesi per soddisfare le nostre esigenze alimentari. I paesaggi rurali della FAO, comprendono luoghi di straordinario fascino, come i terrazzamenti di Ifugao, nella cordigliera settentrionale dell’Isola di Luzon nelle Filippine, che vi presentiamo in questa immagine. Si tratta di risaie terrazzate, costruite con muri in pietra a secco, fotografate nell’ambito delle attività del programma GIAHS. Come altri paesaggi rurali del programma FAO sarebbero dovuti essere mostrati in EXPO, ma non è andata così.