Il convegno sull’agricoltura Biodinamica tenutosi presso la Università Bocconi a Milano ha proposto una alleanza potenzialmente interessante per cambiare la gestione del nostro paesaggio rurale. Il convegno chiamava gli imprenditori a porsi obiettivi di impatto sociale, gli agricoltori a prendere la leadership dell’innovazione, gli scienziati ad ampliare l’orizzonte verso nuovi campi di ricerca, intorno ad un diverso modello di agricoltura. La proposta di una tecnica innovativa quale l’agricoltura biodinamica, propone anche una nuova visione ecologica che favorisce il ruolo del paesaggio come punto di riferimento per nuovi modelli economici, una diversa e più moderna concezione della biodiversità e della qualità della vita. A distanza di 10 giorni, seguirà infatti il seminario di Firenze del 1 Marzo presso la Facoltà di Agraria, che riguarda la presentazione degli indicatori di benessere realizzati dall’ISTAT che hanno inserito la qualità del paesaggio rurale, in articolare il paesaggio storico, come elemento importante della qualità della vita. La scelta di considerare il paesaggio rurale fra i fattori che concorrono al benessere della popolazione rappresenta un’assoluta novità nel sempre più vasto panorama internazionale dei progetti nati nella scia del dibattito sul superamento del PIL come indicatore di benessere, nonché un’attività pionieristica per la statistica ufficiale. La realizzazione degli indicatori è avvenuta grazie alla collaborazione con il Gruppo di Lavoro sul Paesaggio istituito presso il MIPAAF e con il Laboratorio per il Paesaggio e i Beni Culturali della Scuola di Agraria. Il seminario, aperto a tutti gli interessati, presenterà i risultati del lavoro e l’implementazione degli indicatori per i prossimi rapporti. Il dibattito in corso sul paesaggio è stato oggetto anche di colloqui con il delegato del Papa per le questioni ambientali, Arcivescovo Sorondo, il quale ha espresso vivo interesse per un modello di agricoltura ecologicamente compatibile, ma vicino ai fattori sociali che sono alla base del significato e del ruolo del paesaggio. Il legato del Papa ha proposto una visione che pur tenendo la sfida climatica in grande considerazione, è apparsa del tutto scevra da retoriche tipiche di alcuni settori dell’ambientalismo, ma pragmaticamente rivolta ai bisogni bisogni primari della popolazione del mondo, quali quelli alimentari e alla loro compatibilità con la conservazione dei paesaggi tradizionali e dell’ambiente. Questo ha consentito una migliore comprensione del messaggio dell’enciclica Laudato sì, proponendo una gestione attiva delle risorse agricole e forestali.