Il tg3 nazionale ha realizzato un servizio sul registro nazionale dei paesaggi rurali storici visitando Lamole, frazione di Greve in Chianti (Fi), un sito candidato per il registro il cui vino era celebrato già in epoca medievale. La Toscana ha nove paesaggi preselezionati per il registro, ma solo i paesaggi silvopastorali di Moscheta, nel comune di Firenzuola, sono stati per ora ufficialmente nominati. Lamole, patria del Sangiovese il vitigno tipico del Chianti e uno dei più diffusi d’Italia (11% della produzione), è un buon esempio di un nuovo concetto di sostenibilità dell’agricoltura, in cui la conservazione del paesaggio si associa a valori economici, ambientali e sociali. La qualità di un prodotto tipico è oggi legata alla qualità del paesaggio e alla conservazione dei suoi aspetti di unicità, un vino coltivato sui terrazzamenti ha caratteristiche diverse dello stesso vino coltivato con altri metodi. In altre parole, non tutte le agricolture producono paesaggi di qualità. I terrazzamenti svolgono una funzione insostituibile per la riduzione del rischio idrogeologico rispetto alla coltivazione lungo le linee di massima pendenza delle colline, anche se hanno un costo superiore. In molti casi si tratta di scelte degli imprenditori, che possono puntare a massimizzare le quantità prodotte ed abbassare il più possibile i costi di produzione, o invece, facendo molti sacrifici, a mantenere i metodi tradizionali puntando ad altri vantaggi. Abbinati alle attività turistiche i paesaggi storici offrono la possibilità di valorizzare i luoghi di produzione, preservando l’identità culturale e offrendo maggiori attrattive per il turismo, rispetto a tendenze che negli ultimi decenni hanno purtroppo omogeneizzato e banalizzato il paesaggio. Le politiche agricole nazionali sostengono la conservazione dei paesaggi storici attraverso incentivi economici, non solo per ridurre la tendenza all’abbandono delle aree dove l’agricoltura è più difficile, ma anche per limitare le tendenze ad una eccessiva industrializzazione, il rischio idrogeologico e la perdita di diversità bioculturale. Il Piano Paesistico della Regione Toscana è rivolto a valorizzare questo tipo di paesaggi, che però non si possono imporre per legge, si tratta di scelte che devono essere condivise con gli agricoltori che scelgono questa strada. L’Osservatorio Regionale del Paesaggio rurale ha anche il compito di monitorare le tendenze in atto nel paesaggio, verificando lo stato di conservazione e il raggiungimento degli obiettivi di qualità.