I terrazzamenti in pietra a secco sono un sistema di modellamento delle pendici montane e collinari noti fino dal neolitico, presente in tutti i continenti del pianeta. Offrono il vantaggio di realizzare superfici orizzontali su pendici spesso impossibili da coltivare con altre tecniche, offrendo notevoli vantaggi per la qualità delle produzioni agricole, per la riduzione del rischio idrogeologico, la diversità bioculturale, ma anche dal punto di vista paesaggistico. I terrazzamenti rappresentano paesaggi di notevole fascino che, oltre alla qualità dei prodotti, contribuiscono al mantenimento dell’identità culturale del territorio, al turismo rurale, ed alla qualità della vita della popolazione urbana e rurale. Giocano oggi un ruolo importante per la mitigazione e l’adattamento al cambio climatico e per la nuova politica agricola comunitaria. La studio realizzato in Toscana ha accertato la presenza di più di 9000 km di muri a secco, distribuiti in tutte le province, ed in contesti molto diversi, dall’area periurbana di Firenze fino alle parti più remote dell’Appennino. Il 68% dei muri a secco riguarda colture agricole, interessando superfici fino al 50% di pendenza e spingendosi fino ai 600 metri di altitudine. L’ abbandono dell’agricoltura nelle zone alto collinari e montane, pari a circa 400.000 ha negli ultimi decenni (20% della regione), ha contribuito alla forte riduzione dei terrazzamenti incrementando il rischio idrogeologico che minaccia anche città come Firenze visto che sulle colline che circondano la città si trovano più di 280 km di terrazzamenti. Studi svolti nelle zone di eventi franosi come Cardoso nelle Apuane (1996) hanno mostrato la concentrazione delle frane più elevata sui terrazzi abbandonati, mentre recuperando tutti i terrazzamenti del Valdarno si potrebbe ridurre le acque di scorrimento superficiale di un valore pari a quelle trattenuto dalle casse di espansione realizzate lungo l’Arno per prevenire una nuova esondazione a Firenze. La meccanizzazione dell’agricoltura ha ridotto la convenienza al loro mantenimento, mettendo in difficoltà le imprese che operano sui terrazzamenti per i maggiori costi di produzione, imprese che vanno sostenuti con politiche pubbliche per il ruolo multifunzionale che svolgono rispetto a scelte dell’agricoltura industriale che li hanno spesso eliminati. In un’ottica di nuova collaborazione fra i settori coinvolti nella salvaguardia del paesaggio, nella programmazione dello sviluppo rurale e le categorie produttive, il convegno del 17 Marzo ha presentato un quadro conoscitivo a livello regionale, facendo il punto sulle politiche di settore. Durante il convegno sono stati presentati dati che sfatano il mito di una agricoltura poco interessata al paesaggio, infatti il bando regionale rivolto alle aziende agricole che richiedono contributi per progetti di restauro del paesaggio ha ricevuto domande per complessivi 38 milioni di euro a fronte di soli 7 milioni messi a disposizione dalla regione. Lo Spin off Horizons dell’Università di Firenze ha presentato esempi di tecnologie per il restauro del paesaggio.
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