Agnoletti (Osservatorio Nazionale del Paesaggio), “Più contagi dove sono presenti sistemi intensivi,
è la rivincita della campagna, come sistema produttivo e qualità di vita. Il futuro passa da qui”
1.Motivazioni dello studio
Nel contesto della attuale emergenza, anche le componenti scientifiche e gli organi di governo del territorio rurale cercano di dare il loro rapporto alla migliore comprensione del fenomeno COVID-19 e alla definizione degli indirizzi post emergenza. In questo contesto, è nata l’idea di svolgere un’indagine congiunta fra l’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale (ONPR) del Ministero delle Politiche Agricole e il laboratorio CULTAB, della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze riguardo la diffusione dei contagi del Covid-19. L’indagine aveva l’intenzione di valutare la diffusione del virus nelle diverse zone rurali italiane, classificate in base alla intensità delle attività agricole, cercando di individuare la possibile correlazione fra i contagi e il diverso livello di sviluppo socioeconomico e il tipo di agricoltura praticata. Si intendeva usare un approccio diverso rispetto alla classificazione dei dati sui contagi per regione, valutando il numero dei contagi in base al modello di sviluppo rurale. L’analisi si colloca in un periodo particolarmente importante anche perché la discussione sul nuovo budget della UE ha contribuito a rimandare la partenza della nuova politica agricola comunitaria (PAC), offrendo la possibilità di reindirizzare le strategie e le azioni finanziate dalla PAC in vista della fase post emergenza.
2.Metodologia dell’indagine
La prima fase del lavoro ha richiesto la classificazione delle aree agricole italiane in base al modello di sviluppo rurale. Tali dati possono essere desunti dai materiali disponibili nell’ambito dei piani nazionali di sviluppo rurale a cui l’Osservatorio ha accesso e che il CULTLAB, in qualità di segreteria scientifica dell’ONPR ha elaborato. Il Territorio rurale italiano può essere classificato in 4 categorie:
A) Aree agricole urbane e periurbane. Sono aree agricole urbane e periurbane in cui ricadono a 195 Comuni con una densità media di popolazione molto elevata (circa 1.510 ab./kmq). Sono compresi i capoluoghi di Regione, gran parte dei capoluoghi di Provincia, le grandi aree metropolitane e quelle aree ad alta densità abitativa. Pur coprendo solo il 4% del territorio nazionale, ospitano il 30,25% della popolazione italiana. l’agricoltura svolge una funzione produttiva pari al 12% del valore aggiunto nazionale e copre territori di corona attorno ai grandi centri urbani. In alcune aree, immediatamente a ridosso del tessuto urbano, si concentrano anche attività industriali, tra cui quelle agroalimentari, che rappresentano il 31% degli addetti all’industria agro-industriale del Paese. Le caratteristiche descritte descrivono queste come aree agricole ad alta intensità e con importanti impatti ambientali.
-
- Superficie totale: 12.092 km2
- Percentuale su superficie nazionale: 4,00%
- Popolazione: 18.270.106
- Percentuale su popolazione italiana: 30,25%
- Densità di popolazione: 1510 ab/km2
- Uso del suolo: Urbano 28%; agricolo 54%; forestale 12%
B) Aree con agricoltura intensiva. Aree di pianura che presentano una agricoltura intensiva, collocata essenzialmente nel centro-nord del paese, che generalmente incorporano al loto interno le aree di tipo A. Complessivamente, si estendono su 1.782 comuni, che ospitano poco più di un quarto della popolazione complessiva nazionale (26,83%) e la parte “centrale” del sistema agro-industriale. A fronte del 30% degli occupati agricoli del paese e del 31% degli addetti all’agro-industriale, queste aree producono il 38% del valore aggiunto agricolo nazionale. Si tratta di aree densamente popolate (313 ab./kmq), con forte specializzazione nell’agricoltura e nell’agro-industriale. Anche queste sono aree agricole ad alta intensità e con importanti impatti ambientali.
-
- Superficie totale: 51.702 km2
- Percentuale su superficie italiana: 17,11%
- Popolazione: 16.191.781
- Percentuale su popolazione italiana: 26,83%
- Densità di popolazione: 313 ab/km2
- Uso del suolo: urbano 10%; agricolo 80%; forestale 7%;
TOTALE AREE A+B: 21% territorio – 57,8% popolazione
————————————————————————————————-
C) Aree con agricoltura a media intensità energetica. Aree di collina e di montagna, prevalentemente o significativamente rurali, che presentano un certo livello di diversificazione delle attività economiche e sono sede di sviluppo diffuso. Rientra anche una parte della montagna rurale del centro-nord, in particolare quella più inserita nei processi di sviluppo extra-agricolo. Complessivamente, sono 3.084 comuni che rappresentano il 29,50% della popolazione italiana e il 33% circa della superficie territoriale. L’attività agricola in queste zone è complementare ad altre attività, ma costituisce una delle chiavi di volta verso la crescita del sistema economico locale in forma integrata, queste aree producono il 33% del VA. Si osserva una forte dotazione di risorse paesaggistiche, naturalistiche, culturali, storiche ed enogastronomiche, che sono state o sono suscettibili di una valorizzazione in forma integrata, creando un sistema economico locale integrato e caratterizzato da un equilibrato sviluppo di attività terziarie legate al turismo, agriturismo al commercio, ai servizi specializzati. Si tratta di aree con agricoltura a carattere meno intensivo rispetto alle aree A e B.
-
- Superficie coperta: 100.546 km2
- Superficie coperta (% su superficie italiana): 33,28%
- Popolazione: 17.803.210
- Popolazione (% su popolazione italiana): 29,50%
- Densità di popolazione: 177 ab/km2
- Uso del suolo: urbano 5%; agricolo 62%; forestale 29%;
D) Aree con agricoltura a bassa intensità energetica. Soprattutto la montagna e la collina significativamente rurale meridionale, la montagna del centro-nord con più spiccate caratteristiche di ruralità e alcune aree di pianura del sud e delle isole. Sono le zone meno popolate del paese (59 ab./kmq), caratterizzati da fenomeni di abbandono negli ultimi decenni soprattutto nelle regioni meridionali. Pur ospitando il 13,41% della popolazione, occupano il 45,6% della superficie territoriale suddivisa in 2.865 comuni. In termini settoriali, queste zone rappresentano il 20% degli occupati agricoli e il 17% del VAnazionale (percentuale che sale al 21% nelle aree convergenza). La presenza di una agricoltura diffusa di tipo estensivo e la grande dotazione di risorse forestali, unite alla presenza del 68% delle aree protette italiane, implicano una forte valenza anche dal punto di vista ambientale, anche si tratta di aree con forti problemi di sviluppo per gli effetti dell’abbandono, che richiederebbe un recupero a fini produttivi.
-
- Superficie coperta: 137.768 km2
- Superficie coperta (% su superficie italiana): 45,60%
- Popolazione: 8.094.449
- Popolazione (% su popolazione italiana): 13,41%
- Densità di popolazione: 59 ab/km2
- Uso del suolo: Urbano 2%; agricolo 34%; forestale 54%;
Sintesi aree C e D: 78,8% territorio – 42,9% popolazione
——————————————————————————–
Risultati
Il numero dei contagi calcolati al 30 aprile 2020, sono stati accorpati in due tipologie di aree, unendo le aree A e B e C e D. I dati evidenziano che nelle aree agricole urbane e di agricoltura intensiva si registrano 134 casi per 100km2, mentre nelle aree a media e bassa intensità energetica 49 casi ogni 100km2. Tale situazione si ripete, con diverse intensità, dal nord al sud del paese negli stessi tipi di aree. Il territorio nazionale in media registra 67 casi per 100 km2.
Per quanto riguarda la sola pianura padana, dove si concentrano il 61% delle aree ad agricoltura intensiva e il 70% dei casi italiani di Covid-19, si registrano 197 casi ogni 100km 2, nelle aree intensive e 130 casi ogni 100km2 nelle zone non intensive.
Tabella riassuntiva risultati
Tipo di area (territorio nazionale) | Numero casi covid -19 |
Media nazionale | 67 casi ogni 100 km2 |
Aree ad agricoltura intensiva (A+B) | 134 casi ogni 100 km2 |
Aree ad agricoltura non intensiva (C+D) | 49 casi ogni 100 km2 |
Pianura padana | |
Media pianura padana | 160 casi ogni 100 km2 |
Aree ad agricoltura intensiva (A+B) | 197 casi ogni 100 km2 |
Aree ad agricoltura non intensiva (C+D) | 130 casi ogni 100 km2 |
Nota sulla demografia
Riguardo la diversa distribuzione della popolazione in queste aree, è possibile analizzare i casi di COVID-19 non in base alle tipologie di aree rurali, ma in base all’incidenza del contagio sulla popolazione, ovvero quanti casi di COVID-19 sono stati effettivamente rilevati ogni 10.000 abitanti nelle diverse zone.
Incidenza del contagio (numero di casi rilevati / 10.000 abitanti)
Livello nazionale: 34 casi / 10.000 abitanti
Aree ad agricoltura intensiva: 37 casi / 10.000 abitanti
Aree ad agricoltura non intensiva: 28 casi / 10.000 abitanti
Dai dati risulta dunque che nelle aree dove l’agricoltura utilizza sistemi intensivi l’incidenza del contagio è più elevata, mentre nelle aree ad agricoltura non intensiva l’incidenza è meno elevata, con un minor numero di casi ogni 10.000 abitanti. Va detto che i dati demografici così presentati (casi x 10.000 abitanti) non considerano la differenza eventuale del numero dei casi fra i cittadini che risiedono nell’area urbana e cittadini che risiedono nella campagna. Si tratta di una differenza che se rilevabile sarebbe probabilmente significativa.
Considerazioni per la fase 2
- Le aree agricole a bassa intensità energetica sembrano le più sicure rispetto alla diffusione del virus. Le misure per la ripresa dovrebbero essere diverse dal resto del territorio, questo anche considerando la differenza fra nord e sud, dato che nel sud si registrano molti meno casi.
- Rispetto al trend registrato negli ultimi decenni, che ha visto un progressivo abbandono delle aree rurali collinari e montane (-10 milioni di ha di aree coltivate dal dopoguerra) una progressiva concentrazione di insediamenti urbani, infrastrutture, popolazione, industria tradizionale e agroindustria in poche aree di pianura, si dovrebbe forse pensare di ridurre, se non invertire, tale tendenza. Questo per una serie di motivi che vanno da fattori ambientali e di salute pubblica, a motivazioni economiche che riguardano, fra l’altro, l’impossibilità di applicare modelli agricoli di tipo industriale in territori collinari e montani, per i quali è necessaria una diversa strategia di sviluppo, pena il loro ulteriore abbandono. Se limitare la “densità” a livello territoriale e socioeconomico, potrebbe essere una strategia, anche in vista di epidemie future, certamente infrastrutture e servizi adeguati, fra i quali la banda larga, nelle zone rurali dovrebbero essere scelte prioritarie per migliorare e favorire la qualità della vita.
- La nuova politica agricola comunitaria è l’occasione per valorizzare attraverso incentivi economici mirati aree che hanno una forte dotazione di risorse paesaggistiche, naturalistiche, culturali, storiche ed enogastronomiche, che sono suscettibili di valorizzazione, creando un sistema economico locale integrato e caratterizzato da un equilibrato sviluppo di attività terziarie legate al turismo, agriturismo al commercio, ai servizi specializzati.
Prof. Mauro Agnoletti – Docente di pianificazione del paesaggio rurale – Scuola di Agraria – Università di Firenze- Presidente Comitato Scientifico Programma Mondiale FAO sulla conservazione del patrimonio agricolo (GIAHS); Coordinatore Segreteria Scientifica, Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale; Presidente Osservatorio del Paesaggio della Regione Toscana;
Dr. Francesco Piras – Borsista di Ricerca – Laboratorio per il Paesaggio, Scuola di Agraria Università di Firenze;