L’obiettivo del progetto è quello di mettere a punto uno strumento per l’analisi, la conservazione e la gestione delle risorse paesaggistiche adeguato a territori sottoposti ad un azione antropica di lungo periodo che ha influenzato le caratteristiche del paesaggio, nelle sue componenti ambientali, economiche e sociali. L’Approccio di Valutazione Storico Culturale (Historical and Cultural Evaluation Approach), non ha quindi come obiettivo l’individuazione o il perseguimento di equilibri ecologici o socioeconomici, ma piuttosto di mettere al centro le caratteristiche del paesaggio che ne definiscono l’identità culturale. Ciò nonostante la metodologia si presenta particolarmente adeguata per il monitoraggio ambientale di lungo periodo e per la valutazione di aspetti quali la biodiversità a scala di paesaggio, oggi non soggetta a valutazione.
Questa metodologia prevede di analizzare il paesaggio di una determinata area di studio in epoche diverse, in modo da ricostruire il paesaggio storico e da confrontarlo con quello attuale. Il risultato è dato dalla possibilità di analizzare le trasformazioni che si sono avute nel periodo di riferimento, individuando i caratteri di tipicità e significatività e le principali cause di vulnerabilità del paesaggio considerato.
Il paesaggio di una determinata area può essere considerato come un mosaico composto da tessere contigue, caratterizzate ognuna da un diverso uso del suolo. L’uso del suolo (UDS) diventa quindi l’elemento base del paesaggio, il quale viene quindi descritto e valutato a seconda delle caratteristiche della struttura complessiva e di quella interna di tale mosaico. Trattandosi di paesaggi fortemente influenzati dall’attività antropica, quali sono quelli tipici in Italia, per analizzare il più attentamente possibile gli ordinamenti colturali, la trama del mosaico ed i cambiamenti di cui questi sono stati oggetto con il passare del tempo, è necessario che l’analisi abbia un livello di dettaglio elevato, che riesca quindi ad individuare il maggior numero di usi del suolo.
L’analisi multitemporale condotta per il monitoraggio delle trasformazioni del paesaggio in Toscana, esamina i cambiamenti che sono intercorsi negli ultimi 170 anni circa in 12 aree di studio. Le date scelte come riferimento temporale sono tre, il 1832, il 1954 e l’attualità. Il 1832 è la data di pubblicazione del Catasto Leopoldino, documento ricco di informazioni e molto dettagliato sugli assetti colturali della regione, e testimonianza fondamentale di un paesaggio di tipo tradizionale basato sulla mezzadria. Il 1954 è la data di un volo aereo su tutto il territorio nazionale (volo GAI) che ha fornito l’ultima immagine del paesaggio italiano prima delle grandi trasformazioni agricole avvenute a partire dal secondo dopoguerra. Per alcune aree di studio, per motivi specifici o per mancanza del materiale fotografico, la data del 1954 è stata sostituita da un’altra. Per il paesaggio attuale sono state utilizzate ortofoto a colori e controlli in campo. Tutta la parte di ricostruzione del paesaggio storico e parte delle analisi sono state effettuate tramite software GIS.
Le aree di studio
1 – Moscheta
2 – Gargonza
3 – Spannocchia
4 – Barbialla
6 – Montepaldi
7 – Paganico
8 – Cardoso
9 – Migliarino
10 – Castiglione Garfagnana
11 – Mensola
12 – Firenze
Schema della metodologia applicata