Sono state avviate le le procedure per le prime 12 proposte di candidatura per il Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici istituito dal Ministero delle Politiche Agricole nel 2012 e ora divenuto operativo.
Sono state avviate le le procedure per le prime 12 proposte di candidatura per il Registro Nazionale dei paesaggi rurali storici istituito dal Ministero delle Politiche Agricole nel 2012 e ora divenuto operativo. Il registro accoglie paesaggi agricoli, forestali e pastorali, che conservano rilevanti valori storici legati alla persistenza nel tempo di forme colturali associate a prodotti tipici e pratiche agricole tradizionali. Le aree si contraddistinguono, per valori ambientali legati alla presenza dell’uomo come agricoltore e rivestono importanti funzioni per la qualità della vita delle popolazioni urbane e rurali.
Proporre prodotti tipici senza conservare le forme tipiche del paesaggio non assicura al consumatore che non si facciano monocolture industriali, presentate spesso come “tipiche”, o che non si importino materie prime dall’estero (vedi olio, grano, latte, ecc.); conservarne le forme tipiche invece consente di associare la bellezza e l’unicità dei luoghi ai prodotti, favorendo un modello di competitività non riproducibile dalla concorrenza e legato all’identità dei luoghi. Il modello che l’Italia ha rappresentato per almeno cinque secoli, che ci siamo scordati, ma è l’unico in cui siamo veramente competitivi.
Si vuole così dare visibilità ad un vasto patrimonio che per la sua mole troverebbe difficoltà ad essere riconosciuto da istituzioni quali l’UNESCO e fino ad oggi non valorizzato. Frequenti e generici riferimenti a “territori”, “tradizioni”, “natura”, sono ovviamente cosa diversa, qui si conservano le forme e le pratiche agricole, forestali e pastorali tradizionali, non il risultato dell’abbandono, né dell’industrializzazione. Sebbene il padiglione Italia di EXPO 2015 non proponga alcuna valorizzazione di questi luoghi, la mostra sui paesaggi storici italiani è stata presentata in più di 20 paesi del mondo ed è la vera novità dell’Italia.
Qualunque associazione locale può proporre paesaggi da inserire nel registro, ma in accordo con i produttori non senza di loro. Non si tratta quindi di un’operazione burocratica “dall’alto”, ma di ricispondere ad un’esigenza che parte dalle popolazioni locali. Non si impongono né parchi né vincoli paesistici. Per le aree iscritte sono previste azioni di sostegno all’interno dei Programmi di Sviluppo Rurale regionale e speciali regimi fiscali, oltre ad un nuovo marchio di qualità. Le candidature sono aperte a tutto il territorio nazionale tramite l’invio dell’apposita scheda di segnalazione al Comitato di Gestione dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale, reperendo la documentazione nella pagina web dedicata.
Ecco la lista delle prime aree proposte, se vuoi vedere un preselezione delle aree candidate visita il sito www.landscape.unifi.it alla pagina sui paesaggi rurali storici:
1 – Bosco di Sant’antonio (Abruzzo)
2 – Campidano Vitato (Sardegna)
3 – Castagneti monumentali dello Scesta (Toscana)
4 – Colline di Valdobbiadene (Veneto)
5 – Abbazia di Moscheta (Toscana)
6 – Castello Spannocchia (Toscana)
7 – Biancane della Val d’Orcia (Toscana)
8 – Colline terrazzate della Valpolicella (Veneto)
9 – Vigneti terrazzati della Valtellina (Lombardia)
10 – Bosco di Santo Pietro (Sicilia)
11 – Terrazzamenti della Val di Cembra (Trentino Alto Adige)
12 – Vigneti di Soave (Veneto)