Lunedi 29 viene presentato a Roma il programma mondiale della FAO dedicato al paesaggio rurale www.fao.org/giahs/en . Per quindici anni è stato solo un progetto di ricerca ma il successo ottenuto, con più di trenta siti iscritti, ha convinto la FAO che valesse la pena di elevarlo a rango di programma mondiale ed ora di presentarlo al di fuori di Asia e Sud America dove si è maggiormente sviluppato fino ad oggi. Diversamente dall’UNESCO World Heritage List, molto più conosciuto in Europa e dove sono iscritti anche alcuni siti italiani, come la cinque terre, le Langhe e la val d’Orcia, il programma FAO non è una parte minoritaria di una convenzione mondiale sul patrimonio culturale molto più ampia, dove il paesaggio agrario non è menzionato, ma incluso in una definizione generale di paesaggio culturale. Il programma GIAHS è invece nato ed esclusivamente dedicato a salvaguardare paesaggi appartenenti al patrimonio agricolo mondiale abbinati alla produzione di cibo, alle pratiche agricole tradizionali, alla diversità bioculturale. Si tratta di promuovere una agricoltura sostenibile che si è sottratta ai processi di industrializzazione, mantenendo uno stretto legame fra paesaggio e prodotti alimentari locali, mantenendo le comunità rurale associate ai luoghi di produzione ed il loro paesaggio, come parte di una risposta alla sfida alimentare del nostro pianeta, alla quale non possiamo reagire accettando di non coltivare i terreni che sono adeguati ai modelli industriali. L’Italia ha sottoscritto un accordo con la FAO per collaborare a questo programma grazie alla esistenza del registro nazionale dei paesaggi rurali storici, dal quale si potrà accedere al patrimonio FAO. Le buone notizie non sono però finite qui, in quanto il nostro governo ha deciso di investire molte risorse in questo programma affiancandosi così a Cina e Giappone che sono stati fino ad oggi i paesi più importanti a livello mondiale, con la Cina in testa. Sarà creato infatti un di eccellenza in Italia, a Firenze, per contribuire alla crescita del programma e alla formazione di esperti che possano gestire i siti GIAHS, al quale contribuiranno la World Bank, la Convenzione per la Diversità Biologica delle Nazioni Unite, l’UNESCO, Slow Food, l’Unione Mondiale Forestale. Il programma protegge infatti anche siti forestali, non però quelli risultanti dall’abbandono dell’agricoltura, ma quelle foreste ancora oggetto di pratiche tradizionali e quindi di valore culturale. Si tratta del terzo pilastro della Gestione Forestale Sostenibile, di cui nessuno ha sentito parlare, ma che pure esiste. L’evento di lunedi 29 sarà seguito da una visita ad uno dei siti del Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali storici: Vallecorsa. Un paesaggio fatto di oliveti terrazzati scavati nei fianchi delle montagne di origini romane.