L’area oggetto dello studio per la creazione del parco del paesaggio rurale è posta intorno all’abbazia di Moscheta, nel Comune di Firenzuola, provincia di Firenze, ed ha una estensione di circa 900 ettari. L’area ha una quota media è di 680 m s.l.m., è delimitata a nord dal Fosso dei Bottoni, ad est dal Monte Acuto con i suoi 1040 metri di altitudine, a sud dal Monte Pratone, ad ovest dal Poggio la Croce.
La Badia di Moscheta venne fondata da san Giovanni Gualberto, padre dell’Ordine Vallombrosano, nella prima metà dell’XI secolo. Si narra infatti che, stimolato da un vecchio monaco della Badia Fiorentina, egli si recasse sull’Appennino alla ricerca di un luogo adatto per edificarvi un monastero e visitasse le zone di Ronta, di Razzuolo, di Biforco sul Lamone e forse anche di Moscheta. Venuto a conoscenza di queste ricerche, il Conte Anselmo di Pietramala, della potente consorteria degli Ubaldini, cui appartenne anche il famoso arcivescovo Ruggieri, volle donare al santo una sua proprietà che aveva in Moscheta con un miglio di selve all’intorno per costruirvi, come dice la narrazione agiografica, una badia a sue spese.
Caratteristico di san Gualberto è l’intento di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni tramite il lavoro nei campi dando l’esempio con i suoi conversi; così le terre donate alle Badie venivano dissodate per ottenere seminativi o rese atte al pascolo di bestiame. A Moscheta inizialmente, a causa dei luoghi particolarmente difficili per l’agricoltura, furono privilegiati i pascoli. In seguito, grazie ai lasciti delle famiglie nobili la Badia divenne sempre più ricca possedendo sia seminativi che pascoli anche in zone lontane, tanto che nel XIII secolo essa appare come una delle più floride che l’Ordine contasse in tutta la Toscana.
Dal XVI-XVII secolo comincia il periodo di decadenza come centro religioso di Moscheta che viene prima trasformata in “commenda”, quindi data in uso anche a non appartenenti alla chiesa, e poi soppressa durante le riforme di Pietro Leopoldo (1748) e i beni venduti all’asta. I nuovi proprietari saranno i Martini, che la riorganizzano in fattoria con la creazione di diversi poderi, dove le principali entrate erano date dall’allevamento del bestiame, dalla produzione di legname, e con una produzione importante di farina di castagne.
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Il Parco del Paesaggio Rurale di Moscheta ha vinto il Premio Città Ideale 2008 della Biennale del Paesaggio della Regione Toscana.
Modello 3D del territorio con gli usi del suolo del 1832 e del 2002; appare subito evidente l’aumento del bosco a scapito delle aree a pascolo, mentre i castagneti da frutto, seppur ridotti rispetto al passato, sono ancora oggi un elemento caratteristico del paesaggio di Moscheta.